domenica 17 luglio 2016

Fiori di zucca


"Fiur di cucuzza, ci tene le corne longhe se le mmuzza” (proverbio Salentino)

Ci sono pochi fiori bizzarri come quello di zucca. Questo fiore esprime meno significati rispetto al suo frutto. Quando pensi a questo fiore, ti ricordi di un piatto tipico della cucina tradizionale mediterranea; pochi minuti di sbattimento tra uova e farina, una fugace frittura in olio d’oliva, et voilà, ti diventa un contorno delicato per l’estate.

I fiori delle ortive non sono quasi mai romantici, se ci fosse una classifica all’uopo, quello di zucca, sarebbe fra gli ultimi. Più che un fiore è un fiorellaccio da stornello leccese “Fiorin di zucca, la donna quando e zita è mezza matta, quando ha marito poi mattisce tutta, fiori di tutti i fiori, fiorin di zucca”.

Un fiore dall’aspetto acceso e sguaiato che non avrebbe chance nel linguaggio dei fiori. Non sognatevi, quindi, di far conquiste offrendo un mazzolino di fiori zucca; anche se appena colto e salvo che essa non sia un’azione davvero motivata, potreste rischiare un memorabile insuccesso.

Quando si sentono dire nel Salento, nel Sud della Puglia, le colorite parole: “ si beddrhu comu nu fiuru de cucuzza” si manifesta una non- lusinga, che suona un po’ come un pernacchio napoletano, lievemente graffiante; in genere lo si dice per allentare un eccesso di vanità.

Nel Salento, terra dell’umorismo e dell’ironia, il paragone al fiore di zucca non si riferisce alla fisiologia dell’individuo o forma delle cose, quanto alla goffaggine di alcune azioni, di qualsiasi genere, quando esse siano esaltate con smoderata enfasi. Un fiore, quindi, da non portare all’occhiello del vostro migliore abito della domenica.

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