lunedì 18 luglio 2016

La Trottola


ph di M. Ciccarese
L’antico gioco consiste nel far trottolare il cono ferrato intorno ad un campo di cerchi concentrici; vince chi riesce a far roteare ed avvicinare al centro del cerchio per più secondi.

Un moto rotatorio che è simile a quello dei pianeti intorno al loro sistema e che ricorda la precessione degli equinozi; un moto così accelerato che a guardarlo da lontano ti sembra che il suo asse fosse in uno stato di quiete.

La cordicella si arrotola lungo lo strobilo della trottola e poi si rilancia abilmente per fargli riprendere quel turbinoso moto verso il nucleo terrestre. Si prova più volte da soli prima di imparare quel rapido movimento di polso e mani che ti permettono di non scagliarlo dritto in fronte all’avversario.

In Italia, la trottola prende diversi nomi: Girifalco in Calabria, Morrocula in Sardegna, Strummola a Palermo, Currulu nel Salento. Sembra che sia un gioco inventato in Mesopotamia e poi diffusosi tra greci, romani ed etruschi, tra i nativi americani, nell’Inghilterra medievale e nel Giappone.

Più che un giocattolo, la trottola ha marciato addirittura tra riti religiosi e pagani come quelli propiziatori per la semina e il raccolto, tra le donne dell’antica Grecia si ricorreva al magico strombilos per attirare e scegliere gli uomini.

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