Si illumina anche quest’anno la Focara di Novoli in onore di S. Antonio Abate, protettore della stessa comunità; ci vorrebbe un bel pezzo di storia per disegnare questa tradizione iniziata nel 1868, uno degli eventi più attesi nel Salento tanto da registrare puntualmente moltitudini di presenze.
La Focara, è un opera ciclopica, cominciata a fine dicembre con il certosino trasporto delle cosiddette “sarcine di leune”, fascine di tralci di vite, sinuosi sarmenti portati con smisurata devozione da ogni famiglia.
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In viticoltura nel mese di gennaio, fine e inizio d’annata, coincidono proprio con la potatura secca, con l’eliminazione dei vecchi tralci e con la preparazione delle nuove gemme per manifestare riconoscenza per il buon raccolto e iniziare con un vigoroso augurio il nuovo ciclo produttivo.
Il piglio rivolto a questo equilibrio di folclori è simbolo d'unione, umiltà, impegno e condivisione intorno ad un cerchio di sfolgoranti fiammate.
La focara, oggi, è il palpito di una regione chiamata Parco del Negroamaro, per annunciare attraverso ipotetiche cinte messapiche l’ingresso nel torace salentino; cuore traboccante di vino, sulle tavole festose, segno di generosità e energia; potere calorifico di un civiltà rurale, espressione di un “sangue vivo”, “ca mina fuecu”.
Non ci sono istruzioni per assistere a questo rito, un fuoco acceso dal fuoco! Basta aspettare trepidanti il culmine del 16 gennaio, le acrobazie pirotecniche, le musiche zingare, l’accensione e lo scrosciare degli applausi prima di sfumare i pensieri nello scoppiettio del fuoco.
Verranno da ogni luogo, per guardare ciò che per i salentini è usanza, le modeste focareddrhe tra gli alberelli di negro amaro si commutano in prestigio ed opera d’arte.
Le autorità hanno eletto la focara come bene culturale; già non mancano, i numeri, le dirette televisive, i ringraziamenti, i gonfaloni e le buone intenzioni, ma la Focara, per questo, oltre che una semplice tradizione rimane ancora un estratto “paesologico”, un robusto simbolo di forza e di speranza popolare.
tratto da un articolo pubblicato da Salentoinlinea 14/01/2013
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