lunedì 8 agosto 2016

Sul crocicchio del tempo

L'ulivo secolare sdraia la sua branca sul tetto del tempietto, un’edicola votiva voluta da qualcuno a protezione del suo raccolto e del suo santo sul crocicchio di un sentiero di campagna.

Le edicole sono perciò delle struttura isolate che in genere si cavavano dalla pietra leccese o s’inserivano tra i muretti a secco tra le contrade che prendevano il loro nome. Sono forme architettoniche che ricordano le misure di edifici templari, dal tempo greco-romano fino ai giorni nostri, a volte scolpite in un solo ritaglio, a volte con elementi slegati: un tabernacolo, un timpano e due colonne.

Nel Salento si conoscono come “cone” o “cuneddrhe”, potrebbero essere le discendenti di quelle remote strutture di origine etrusca conosciute come larari, nicchie dove riporre le statue dei Lares familiares e Compitales, a tutela di casa e terreni, come confine e mappa del percorso di pellegrini, di tracciati crociati e di soste d’artigiani erranti che cercavano di non smarrirsi tra terre sconosciute

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