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lunedì 10 ottobre 2016

Il Mirto


Ci siamo forse persi
dentro un reticolo impossibile
tra gli olivastri sassosi
sotto satelliti di solitudini
e ombrelli d’aghi di pino
aspettando la luna piena
le ginestre tacciono
e noi sorridiamo alla pioggia


Il Mirto prende il nome dal mito di Myrsine, una fanciulla invincibile nelle gare ginniche dell’antica Attica, uccisa a tradimento dall’uomo invidioso che aveva battuto un attimo prima e che la commossa dea Pallade, le rese giustizia tramutandola proprio in una pianta di mirto.

Da allora nei sui rami scorre lo splendore e la gioia, diventa il simbolo per ogni forma dell’amore, una carica di vitalità ricercata perfino dalla sensuale Venere che per sfuggire alle grinfie dei Satiri si rifugia proprio dietro i suoi arbusti.

Nell’antica Roma, per ogni occasione nuziale, si poneva una mazzo di foglie di mirto per decorare le case e il bouquet della sposa; alcuni rametti intrecciati, invece, per premiare poeti e diplomatici capaci di vincere senza combattere.

Il mirto è una pianta ricca di olio etereo essenziale, il mirtolo, balsamo ricavabile dalla distillazione di parti della pianta, un tempo ottimo per le infezioni malariche, si usava come antisettico e sedativo.

Una scorta certa di sostanze tanniche e di antociani, utilizzata dalle concerie, che mescolate alla morchia delle olive, s’impiegava per rifinire il cuoio turco adoperato per rilegare libri e monili. Il mirto per l’industria della cosmesi, del settore fitoterapico, fin dai tempi del medioevo, per distillare la rinomata e tonificante ”acqua degli angeli”.

Dal mirto con l’alloro si addolciscono le olive in salamoia, e dai suoi frutti si macera per fare il liquore. I decotti e gli altri estratti da questa essenza erano impiegati già dagli antichi romani per proteggere le vie respiratorie; davvero una pianta meravigliosa.