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foto di M.Ciccarese |
Ogni salentino stornella intorno al suo frutto pendulo preferito, subito dopo il giorno di Sant’Antonio fino al solstizio d’estate, scegliendo per tutti i migliori fioroni, sapendo molto bene che non si tratta di fichi propriamente detti.
I fioroni, nel Salento meglio conosciuti con il nome di “culummi”, sono quei frutti, o meglio siconi, che si formano quindi dalle gemme dell’autunno precedente. I culummi salentini avrebbero meno fascino rispetto ai fichi, ci sono delle differenze, come la tendenza a cadere a “piombo” e la loro facile deperibilità; è un frutto la cui conservazione dipende dall’impollinazione (lu culummu cate a chiummu e la fica se mmarita).
Il fiorone è piuttosto sensibile e delicato, quindi, da gustare subito quando possibile e prima del puntuale arrivo delle gazze; spesso si attesta purtroppo, come un frutto su cui neppure gli altri uccelli riescono a discernerne il giorno esatto della maturazione a causa della presenza di funghi e insetti che la intralciano.
Forse per questi motivi che il “culummu salentino” è considerato da molti come un soggetto poltrone e svogliato e piuttosto trascurato quando giunge nel periodo in cui le campagne e i mercati esplodono di altri frutti più ricercati.
Chi non discrimina e apprezza il gusto del fiorone, comprende, però le sue virtù e le parifica a quelle degli altri frutti. Chi invece non ha ancora percepito il suo valore dopo l’assaggio provi pure a chiedere alle abilità maturate da AVANTI TERRA! in questo settore che è sempre disposto a condividerle.
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