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martedì 24 maggio 2016

Gli archetti intorno al Primitivo


Ci sono piccoli archi intorno all’edificio di un buon calice di vino; se dalle sue pareti scorrono lacrime d’alcool, gli aromi sorridono vivacemente.  Quando si ruotano i calici, gli spazi tra le volte si rivelano in controluce e si fondono con il calore della loro genesi.

Quella delicata pellicola intorno ad un sorso di Primitivo scende rapida nella sua coppa e scioglie il volo dei flavoni in un divertente gioco di forze e di molecole; è un serio effetto fisico che trae dalla densità e dalla gravità lo scorrimento di una possibile struttura eterea verso l’alveo del bicchiere.

Quanto più fitta e rapida è la discesa delle sue lacrime tanto più alto è il contenuto in alcool etilico.
Un fiotto di lacrime, dunque, regolari o disordinate, ravvicinate o distanti, più o meno numerose, restituiscono importanti informazioni sul carattere di un vino, si aggiunge alla sensibilità tecnica di un buon degustatore.

L’esame visivo degli archetti è senza dubbio un morbido appeal d’inizio cena per un’avance cosciente e razionale verso la cultura del vino.