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lunedì 22 gennaio 2018

A ci fatia na sarda.....

ph di M. Ciccarese
Proverbio salentino: A ci fatia na sarda a ci nu fatia na sarda e menza

Trad. A chi lavora una sarda, a chi non lavora una sarda e mezzo.

È uno dei più seducenti proverbi salentini. Sta a significare che non sempre una retribuzione corrisponde al lavoro svolto e spesso chi non fa assolutamente niente incamera di più.

Come in tutti proverbi in vernacolo salentino quello che colpisce è rafforza il suo senso sono i modi e il contesto in cui sono proferiti.

Proprio questo motto assume toni di dura sentenza quando si vede passare un assunto che si dilunga per bisbocciare tra i corridoi della sua sede di lavoro.

Assume invece accento d’incoraggiamento nel mondo del lavoro manuale, specie tra operai, quando tra una meritata pausa e l’altra ci si esorta reciprocamente a riprendere l’attività.

C’è una saggezza intorno a quest’antica colorita espressione assai rilevante se si prova a riflettere sui divari e l’equità nel mondo del lavoro.

A voi i vostri commenti….

martedì 29 novembre 2016

Il Fico secco


Per il dizionario dei luoghi comuni il fico secco ha valore quasi pari a zero. Niente di più inesatto. In questo periodo di dolcezze, specialmente se mandorlato o spolverato di cacao, il fico secco vale molto di più. Questo frutto avrebbe contato, invece, più virtù nei tempi in cui i contadini, per ripartire d'energia produttiva, si colmavano prima le tasche e poi lo stomaco.

Quanti fichi secchi bastavano per reggere la fatica tra i campi per una dura giornata? Tutto dipendeva dalla personale dispensa del lavoratore. La famiglia, doveva, per questo, pianificare il numero di fichi da essiccare in funzione di tanti fattori e ridistribuire la provvista, in base alle pretese di tutti i suoi componenti.

Tra le operazioni di zappatura e di potatura non c’era solo ciò che si definisce oggi in agronomia come unità lavorativa uomo (ULU). Queste operazioni oggi si regolano meglio nel mondo del lavoro distinguendolo tra generico e specializzato.

Le calorie sono state l’unità di misura per il lavoratori dei campi. Se la giornata di un potatore sarebbe di 4 ore lavorative allora si potrebbe azzardare perfino la misura del suo fabbisogno calorico, un po’ come si fa per quantificare l’energia dal combustibile da riscaldamento. È ovvio che i principi di calcolo della paga quotidiana nel settore del lavoro diventano molto più complessi e comparare questi conteggi, oltre che doveroso, diventa oneroso.

Ci limitiamo perciò ad assorbire le informazioni nutrizionali per cui, secondo alcuni, un solo fico secco mandorlato , del peso di 10-12 g , darebbe circa 30 calorie (270-300 calorie ogni 100 g), qualcosa in più rispetto ad un fico appena colto.

Tali calorie giungono quindi, per la maggior parte con i carboidrati. Esse terrebbero in attività per circa un’ora un potatore adulto di corporatura media, per più di quattro ore un impiegata accanto al suo Pc, poco meno di mezzo tempo per un buon mediano di spinta. Per scrivere un articolo come questo ci vuole almeno un’ ora, secondo voi, avrebbe almeno il valore di un fico secco?