sabato 20 agosto 2016

Salento sulla Via del Sale



Graffierai il sale
quel succo croccante delle maree 
che le notti ci avevano raccolto 
strapperai il bianco minerale 
fino a romperti le unghia
e ingoierai per un secolo
sacche di sodio che falciano la gola
un giorno, forse, mi chiederai di salvarti
con un sorso di lingua dolce
un giorno, chissà, ci uniremo
dentro quelle casette spoglie
dal sapido sudor di lacrime 
che resero il nome alla mia terra
di ulivi, capperi e fior di timo 


Come si raccoglieva il sale nel Salento? Non certo estraendolo dalle lacrime dei loro abitanti. Con l’avvento dell’era industriale, agli inizi degli anni sessanta, l’attività di raccolta sfiorì bruscamente.

Sulla via del sale gli elementi per la buona qualità del minerale non mancavano: mare incontaminato, roventi scogliere con cavità naturali di sedimentazione, lunghe stagioni assolate e aiuto delle maree.

Lungo la via del sale vi sono muretti a secco, masserie, ulivi secolari, mirto, timo, capperi e salicornie. Qui probabilmente i raccoglitori si sostavano nelle pajare per saggiare il raccolto cullandolo su una fetta di pane di grano improvvisato.

Oggi a Corsano, cittadina in prossimità di Santa Maria di Leuca, si apre il museo del sale per ricordare l’antica attività per un periodo del settecento considerata illegale. I tratturi del sale sono quelli che incrociano la località di “N’Zepe- Bortoli”, affascinata dalle vicende dei suoi contrabbandieri.

Percorrere la via del sale, partendo proprio dal museo di Corsano, sarebbe un occasione per conoscere gli ambienti naturali che caratterizzano il Parco naturale Regionale Costa d’Otranto di Santa Maria di Leuca e il Bosco di Tricase.




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